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E Gov e Partecipazione 2.0

La sottile linea tra reset e shutdown del PD passa per il territorio della partecipazione

image Tra dirigismo e autoreferenzialità, il disfattismo è tra coloro che vogliono abbandonare il PD o nel PD che ha abbandonato le persone?

Caro Segretario PD di Bologna,
sicuro dell’importanza della sintesi, esprimo il mio profondo dissenso sul partito a cui ad oggi sono iscritto, ovvero il PD, a livello nazionale e bolognese.

A livello nazionale non ho mai capito e condiviso, e non l’hanno capita né i mercati né le agenzia di rating, sul perché non si è andati alle elezioni a novembre 2011 preferendo un accordo con il PDL e Berlusconi per fare macelleria sociale e pensionistica e non prendersi la colpa.

Non ho mai capito perché i programmi elettorali delle politiche 2013 siano stati disillusi, visti i “mai” con Berlusconi (andarsi a vedere il significato “mai” su qualsiasi dizionario), no agli F35, basta al finanziamento ai partiti, la coltellata a Prodi che non è arrivata da 101 amici di Grillo o Berlusconi.

A livello nazionale ma soprattutto a livello locale e per Bologna non ho mai capito il perché dell’autoreferenzialità nella gestione delle cariche di partito né nella mancanza di inclusione nella partecipazione reale nella vita del partito e nella vita della amministrazione degli iscritti e degli elettori. Le tecnologie lo permettono facilmente e a costo 0 da almeno 10 anni, ma la politica conservatrice del PD osteggia la vera partecipazione, tanto che chi ha un minimo di esperienza e conoscenza del panorama italiano si sta aspettando una legge *bavaglio* e antidemocratica sul web mascherata con qualche responsabilità.

A livello locale di Bologna, ma anche le strizzate d’occhio a livello nazionale non sono state da meno, è vergognoso il comportamento sul referendum pro scuola pubblica, su cui il PD locale e nazionale ha investito molto sicuro di vincere (a proposito, chi è lo scienzato che fa i sondaggi per il PD? Temo non il Cern…) e ricevendo invece una compilation di pizze in faccia da parte di un gruppo di persone facenti parte di un comitato elettorale a favore della Scuola Pubblica che credo abbia avuto l’1% delle risorse spese dalla ammucchiata PD-PDL-Lega-Monti che ora dovrebbe solo pietire con iscritti ed elettori e andare verso le persone invece che verso gli interessi della CEI e del PDL con la speranza di qualche briciola avanzata per il mondo della Cooperazione locale.

A corollario di tutto questo, poiché so quanto importante sia e sia stata l’assemblea cittadina (… no dai, scherzo) di cui faccio parte, che per inciso *NON* è mai stata convocata per discutere e decidere sulla linea politica del PD a favore della scuola privata, soprattutto privata e cattolica, ti comunico ufficialmente che mi dimetto da essa con effetto immediato.

Deciderò settimana prossima, dopo aver visto il comportamento del PD in Comune di Bologna, anche dopo l’esito della votazione sulla Legge Regionale di riforma delle ASP (io scrivo prima, non dopo), nel seguire l’esito delle decine di migliaia di elettori bolognesi a favore della Scuola Pubblica, ovvero dopo la scelta del PD se seguire le persone, gli iscritti e gli elettori oppure gli interessi economici di CEI e PDL, se rinnovare o meno la mia tessera di adesione al Partito Democratico.

PS: detto tra noi, tecnicamente non esiste che il profilo twitter del PD di Bologna sia fermo circa al 26 maggio, prima della impietosa pizza referendaria, e che la situazione sulla comunicazione e sulla partecipazione 2.0 sia delegata ad un circolo PD Online che comunque come funzionalità è indietro anni e forse un decennio sulle possibilità di dialogo, partecipazione e messa in rete di cittadini, iscritti, elettori e circoli, che oggi come oggi sono all’età della pietra.

[edit] ho pubblicato questo stesso post sul mio personale profilo FB [/edit]

Di MaxNavacchia

Papà e cittadino con la passione per arte, viaggi, politica e web, lavoro nella Sanità digitale al servizio dei cittadini. Vivo a Castenaso, Bologna, IT, EU.