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E Gov e Partecipazione 2.0

Partecipazione Digitale in Partito Digitale

Piramide Louvre Avrei pensato di lasciare relegato un post come questo ad agosto 2007, quando mi sono iscritto a Facebook, ma evidentemente i film anni ’80 come “Ritorno al Futuro” sono evergreen e sempre meglio tardi che mai, soprattutto in periodi di congressi, specialmente a Bologna, e di elezioni.

Il Partito Democratico continua nel 2017 ad essere purtroppo ben lontano da quel 2.0 che negli ideali della filosofia partecipativa includeva un abbattimento più o meno ampio della piramide in ogni suo punto, compresa l’organizzazione.

Se vogliamo fare un esempio concreto, si potrebbe prendere la digitalizzazione non solo per l’aspetto squisitamente tecnico-strumentale, in quanto anche un motore di una Ferrari preso da solo e messo sopra un tavolo non ti porta da nessuna parte, ma per i vantaggi che sia nella pratica che nel potenziale può apportare per migliorare nella qualità e nella efficienza di Unioni, Circoli, Attivisti.

La digitalizzazione deve quindi essere lo strumento tramite cui una politica determinata al cambiamento e al progresso scardina le anacronistiche ed autoreferenziali procedure e le burocrazie precedentemente necessarie e oggi viste da tanti e troppi cittadini come una ostinata e odiata volontà a rallentare il corso di un fiume che non è più rallentabile.

La ricetta di copiare per tamponare oggi, in chiara proiezione prossima elettorale, il gap di anni su una comunicazione che a torto o a ragione è stata efficace per attrarre consensi da parte in primis del Movimento Cinque Stelle e che ha coinvolto anche la Lega, mi sembra in tutta onestà perdente, partendo anche dal presupposto che quelli che vengono chiamati “nuovi” media non sono più nuovi ma “correnti” nel 90% dell’Occidente.

Il PD deve essere coerente nel dare l’immagine di una testa che guida comunicazione e contenuti verso una destinazione ben definita, pena la mancanza di coerenza. Imho la comunicazione digitale del PD dovrebbe avere nel proprio DNA la volontà di unire e di includere, distinguendosi da chi si accontenta di parlare senza curarsi di ascoltare e fare rete.