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E Gov e Partecipazione 2.0

Social-media e social-democrazia: due facce della stessa medaglia

Skynet 2.0 La debolezza degli organi intermedi presente ovunque, quindi anche sul web e in tutto il mondo, si vede anche all’interno dei social media: profili e pagine personali dei vari singoli esponenti hanno risultati e numeri superiori in tutto e per tutto rispetto alle pagine istituzionali un po’ in tutto il panorama italiano.

L’individualismo in forte crescita, la marcata tendenza a porsi l’obiettivo di moralizzare la propria platea, rassicurante difesa delle tradizioni e dosi più o meno elevate di autoreferenzialità, rendono infatti il campo cruciale di battaglia elettorale e politica che i social media oggi rappresentano, Facebook in primis, naturalmente favorevole alla concezione politica italiana di destra.

Di fronte a questo schiacciante e innegabile vantaggio intrinseco come veicolo culturale della politica di destra, per non ammettere l’evidenza molti cittadini si dichiarano né di destra né di sinistra, oppure dichiarano che entrambe sono superate.

In tale senso, per contrastare e avviare una controtendenza di politica a sinistra, occorre impegnarsi e darsi regole comuni sia per gli esponenti che per i circoli del Partito Democratico, veicolando insieme al proprio brand personale il brand di Partito e le relative etichette (#hashtag) di volta in volta propagandabili senza comunque un abuso, visti sia i problemi di proliferazione che quelli relativi ai tempi di vita infinitesimali delle campagne e dei trend, insieme ai relativi costi.

In parallelo è fondamentale una continua formazione, possibilmente con risorse interne, a ogni livello e di ogni livello, dalla base alla dirigenza, dai circoli ai gruppi istituzionali, e un continuo relazionarsi soprattutto fisicamente, visto che è insensato cercare di fare gruppo in un ambito iper individualista dove le maschere indossate spesso non permettono di stabilire i minimi rapporti personali e di fiducia.

La capacità e l’impegno nel promuovere la formazione e gli eventi divulgativi ha sia l’obiettivo di rendere percepita da tutti l’immagine di ascolto e volontà di fare mashup tra organi direttivi, organizzazione e base, avviando una sorta di talent scouting verso target normalmente non considerati o comunque non considerati seriamente come strategici fino ad ora.

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E Gov e Partecipazione 2.0

Partecipazione Digitale in Partito Digitale

Piramide Louvre Avrei pensato di lasciare relegato un post come questo ad agosto 2007, quando mi sono iscritto a Facebook, ma evidentemente i film anni ’80 come “Ritorno al Futuro” sono evergreen e sempre meglio tardi che mai, soprattutto in periodi di congressi, specialmente a Bologna, e di elezioni.

Il Partito Democratico continua nel 2017 ad essere purtroppo ben lontano da quel 2.0 che negli ideali della filosofia partecipativa includeva un abbattimento più o meno ampio della piramide in ogni suo punto, compresa l’organizzazione.

Se vogliamo fare un esempio concreto, si potrebbe prendere la digitalizzazione non solo per l’aspetto squisitamente tecnico-strumentale, in quanto anche un motore di una Ferrari preso da solo e messo sopra un tavolo non ti porta da nessuna parte, ma per i vantaggi che sia nella pratica che nel potenziale può apportare per migliorare nella qualità e nella efficienza di Unioni, Circoli, Attivisti.

La digitalizzazione deve quindi essere lo strumento tramite cui una politica determinata al cambiamento e al progresso scardina le anacronistiche ed autoreferenziali procedure e le burocrazie precedentemente necessarie e oggi viste da tanti e troppi cittadini come una ostinata e odiata volontà a rallentare il corso di un fiume che non è più rallentabile.

La ricetta di copiare per tamponare oggi, in chiara proiezione prossima elettorale, il gap di anni su una comunicazione che a torto o a ragione è stata efficace per attrarre consensi da parte in primis del Movimento Cinque Stelle e che ha coinvolto anche la Lega, mi sembra in tutta onestà perdente, partendo anche dal presupposto che quelli che vengono chiamati “nuovi” media non sono più nuovi ma “correnti” nel 90% dell’Occidente.

Il PD deve essere coerente nel dare l’immagine di una testa che guida comunicazione e contenuti verso una destinazione ben definita, pena la mancanza di coerenza. Imho la comunicazione digitale del PD dovrebbe avere nel proprio DNA la volontà di unire e di includere, distinguendosi da chi si accontenta di parlare senza curarsi di ascoltare e fare rete.

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E Gov e Partecipazione 2.0

Odio nichilista

Trolls Con l’occasione dell’appuntamento relativo al referendum costituzionale confermativo del prossimo 4 dicembre, stiamo assistendo in questi giorni ad un innalzamento dei toni fuori dai canoni di civiltà che ci si dovrebbe aspettare nel 2016.

Soprattutto da parte delle fazione del “no”, ovvero di coloro che con la scusa di un mantenimento della Costituzione Italiana così come riformulata nel 2001 desiderano la caduta del governo composto a maggioranza dal Partito Democratico e presieduto da Matteo Renzi, si leggono sempre più spesso messaggi volutamente provocatori di odio e offensivi, volutamente veicolati sui Social Network e principalmente Facebook.

Questa ondata d’odio è stata causa sia di interrogazioni parlamentari e di inchieste giornalistiche, sia di seguenti attacchi di malviventi informatici al sito ufficiale del “Sì”.

Per fare qualche breve considerazione, la scarsa fiducia nella politica che negli ultimi anni è sfociata in scarsa fiducia nelle istituzioni, ha reso prima “comprensibile” poi usuale l’utilizzo di account “fake”, ovvero falsi, all’interno dei principali social network come Facebook e Twitter.

In realtà questa attuale situazione è figlia di comportamenti non nuovi sul web che avvenivano già 10 o 15 anni fa su forum, liste e comunità online, anche se inizialmente “solo” per esprimere posizioni differenti rispetto agli “opinion leader” o per “trollare” discussioni con l’obiettivo di bloccare o discreditare l’opinione stessa e il relativo autore.

In campo politico e istituzionale, poiché ci sono sempre o quasi in ballo obiettivi e scopi elettorali e quindi direttamente o indirettamente economici, questo fenomeno ha assunto toni “professionali” ovvero svolti a pagamento da professionisti come succede nel campo della reputazione del brand di una azienda, comprese azioni di controffensiva 2.0 della controparte, che spesso risulterebbe essere la “parte lesa”.

Le soluzioni, anzi i soli vaccini visti che i target sono simili, tramite i quali i cittadini 2.0 possono salvaguardarsi sono principalmente due.

Il primo è quello di ricercare e controllare le fonti più in profondità possibile per ricercare la verità, anche se questa pratica, oltre ad attirare poche simpatie da parte della “massa” populista a causa della un po’ dell’analfabetismo funzionale e classico, un po’ per il tempo che occorre investire, di solito non porta consensi (o “like” se vogliamo considerare Facebook) e anzi fa inserire automaticamente il proprio nome tra coloro che vengono additati come servi del potere, kasta, poltronari, ecc. da parte di coloro che reputano più immediato seguire la “pancia”, che tra l’altro monetizza molto di più.

Infatti la questione, ritornando a quanto espresso sopra, torna economica o comunque fine a un ROI (ritorno sull’investimento) come qualsiasi altra attività svolta da questi professionisti “haters“, persone che portano, nutrono e diffondono odio, così come accade per i guadagni e gli accessi sopra la media di chi opera nella comunicazione di omeopatia, astrologia, danni causati da vaccini, cospirazioni, olio di palma, scie chimiche, ecc.

Il secondo modo, quello forse più vicino ad un vaccino, è quello di togliersi dal corpo e dalla mente la paura di mettersi direttamente e pubblicamente in gioco e chiedere con determinazione, competenza e preparazione ad istituzioni, forze politiche, associazioni e società civile una massiccia e concreta diffusione di meritocrazia, cultura, cittadinanza, politica e partecipazione 2.0 competente, preparata e democratica.

Riuscirci è possibile, non facile come d’altra parte poche cose buone e belle sono facili, ma possibile. Basta un sì.